Shwea, shwea*
Eh, si si, pianin pianino (shewea, shewea appunto), dopo quasi un anno, siamo arrivati. Oltretutto, con un tempismo al limite del grottesco, siamo atterrati a Tripoli senza armi, ma con molti bagagli proprio il 26 Ottobre, giorno del lutto. In questa giornata la Libia commemora i morti per mano italiana durante il periodo nero di Graziani e le linee telefoniche e fax vengono interrotte per sei ore, probabilmente con l'intento ideale di isolarsi dal resto del mondo e di proteggersi così dai nemici. Inutile dire che il meraviglioso popolo libico non ha, neppure per un istante, manifestato al nostro arrivo il benché minimo fastidio o, peggio ancora, risentimento. Ad attenderci all'aeroporto, all'una di notte, c'era la facciotta sorridente di Mo, una persona per bene.
Da questa notte comincia la nostra avventura a Tripoli.
* Traslitterazione dall'arabo all'inglese. Vuol dire poco, pochino, ma colloquialmente si usa per dire piano, pianino.
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