Gli ingredienti di questa ricetta sono solo due e pure facili da reperire: un'amica libica e un pomeriggio libero. In caso di difficoltà a reperire il primo ingrediente, si può tranquillamente suonare il campanello alle nostre vicine marocchine, tunisine, egiziane, iraniane, irachene, insomma arabe, tanto per essere chiari. Se poi una ha dei problemi, sonocazzisuoi.
Giovedì scorso ero in preda al magone, ero li con le lacrime pronte, quelle di pancia, non quelle di testa, quelle che quando ti vengono non te le leva nessuno, quando mi chiama Mohammed per chiedermi se voglio imparare a fare il couscous di carne o di pesce. Di pesceeee, Mo.
Arrivo a casa di Samia alle quattro, con BabyM supereccitato all'idea di passare il pomeriggio con Naceur, Sahel e Raghed.
Il profumo del "camunhot" che mi accoglie comincia all'istante a stemperare quelle lacrime testarde. Un pò in arabo, un pò in inglese, un pò a gesti, Samia comincia a spiegarmi e mostrarmi tutte le fasi della preparazione. Io diligente prendo appunti, Sara impietosamente li controlla ed attacca a ridere, sigh! Di scrivere qui la ricetta non se ne parla nemmeno, chè cucinare è stato solo un pretesto. Si voleva stare insieme Samia ed io, per interrogarci sui nostri mondi apparentemente così distanti, intimamente così vicini, almeno per noi.
Dopo due ore a spadellare avevamo preparato il couscous di pesce (sul nome del pesce utilizzato c'è stata una discussione: per Samia era il Kalb El Bahar o cane del mare, per Mo, una volgarissoima cernia, io propendo per il cane..) ed un'insalata di gamberetti, pomodori, cipolle ed aceto balsamico di Modena. In men che non si dica abbiamo caricato in macchina pentole e bambini e siamo andati a mangiare alla fattoria. In realtà non è una fattoria, ma una casa in campagna, visto che gli unici animali presenti erano Mo e l'EDG...
L'atmosfera era rilassata, come al solito. Abbiamo mangiato le more di gelso, raccolto la nanà per il the, bruciato i popcorn e fatto un incredibile gara con le cariole!!!
Quelli della foto sono BabyM e Raghed durante una pausa. La foto, di sera, col flash, faceva schifo, ma il soggetto era talmente bello che ho speso due ore a cazzaggiare con photoshop..
Dimenticavo, la tristezza di quel giorno è magicamente svanita nei fumi del couscous e negli occhi di Samia, provare per credere.