My Trip

Tripoli, a modo mio.

Monday, April 24, 2006

Accosti, please.


Sarebbe stata proprio una bella mattina alla medina. Il giro per i vicoli, la scoperta dei piccoli teatri che stanno tornando agli antichi splendori, le chiacchierate al bar Italia con Salah, il cousous di pesce di Mohammed Obaya.. se non fosse che, dopo aver pagato il mio mezzo dinaro al parcheggio di Piazza Verde, ho dovuto ivi trascorrervi circa mezz'ora prima di poter rivedere l'uscita, visto che non c'erano posti.
A questo punto, in una giornata normale, sarei tornata a casa, ma siccome sti giorni sono mammadotata, ho trovato il primo posto libero e ho lasciato la macchina; in pieno divieto di sosta, mica no. Al ritorno la mia macchinina giaceva sola soletta sul lungo viale e siccome in lontananza, ma manco tanta, si intravedeva un simpatico carro attrezzi, siamo entrate di corsa in macchina e siamo partite. Cento metri più avanti, lo shock: il vigile mi fa cenno di accostare. OCCAAZZOO!!!

Tato, sono una donna, che non mi hai visto bene? E sono sola, tato, non mi puoi fermare!!! Mi, c'ho la mammaappresso!!!!!!!! Il tato, contravvenendo a tutte le dicerie che circolano in Libia sul fatto che i vigili, pur potendo, non fermano le donne, fa la canonica domanda: patente e libretto. Come suggeritomi dai miei cari amici, sgrano gli occhi e fingo di non comprendere assolutamente nulla, senonchè la causa di molti dei miei guai comincia a darmi di gomito e dice: ciccia, vuole la patente.

Mantengo la calma mentre recito una requem eterna a Freud per non saltarle al collo. Il tato intanto mi mostra una patente libica e sorride. Non ho scelta, è il momento di fare prendere un po’ d’aria alla mia bella patente internazionale non più in corso di validità. Il tato la rimira e sorridendo si avvia verso il collega all’interno del carro attrezzi. Truci pensieri mi affollano la mente: devo chiamare Mo, BabyM torna da scuola, pure col suo amico e non trova a casa nessuno, quanti soldi ho, come faccio a tornare a casa in tempo se mi sequestrano la macchina, ma soprattutto, come cazzo faccio a diglierlo all’EDG che non ho ancora fatto la patente libica?? Vedo già la scena al commissariato con Mo e Fe che ridono mentre l’EDG mi dà dell’irresponsabile, quando il tato, sempre sorridento, mi guarda e mi fa: Barra, barra!! (via, via!!)

Tornando a casa, ormai stravolta, dico a voce alta: é l’ultima volta che vado alla Medina con la macchina… e mia madre: perché?

Saranno settimane lunghe..

Monday, April 03, 2006

Ritorno alla civiltà....



Si parte. Si torna, come direbbe qualche simpatico expat, alla civiltà. Eh si, dico io, proprio civile questa civiltà, mica devi stare attenta ai tombini aperti mentre guidi, eh, no, ci mancherebbe. Devi stare solo attenta ai sassi che ti possono piovere sulla testa, tirati da ragazzi cresciuti a pane e niente.
Si torna nel paese dove è più facile tirare su un bel bimbo educato, che se entra in un negozio e comincia a fare il bambino, tutti ti guardano storto, lo redarguiscono, ti redarguiscono. Mica come qui, per carità, che se il bambino comincia a fare il bambino, si mettono a fare i bambini pure loro.
Si torna finalmente alla civiltà dei giardinetti puliti, perchè qui mica sono puliti sai, ci trovi le bottiglie di plastica della mirinda, le lattine della birra analcolica, i sacchetti di patatite, i pacchetti di sigarette. Ma io sono una mamma strana e perdipiù incivile e non mi scandalizzo più di tanto se BabyM inciampa in una vecchia lattina, ma ricordo ancora con terrore i nostri giardinetti puliti, con quegli aghi luccicanti che splendono nell'erba linda.
Si torna alla civiltà BabyM. Non lasciare mai la mano della mamma nel mondo civile, amore mio, chè è tanto fragile sta nostra civiltà che è facile che si apra un varco, così, all'improvviso, e che tu ci scompaia dentro.
E soprattutto non piangere, amore mio, che sto mondo civile, i pianti di un bambino non li sopporta.